Con Pet Therapy si vogliono indicare tutte quelle attività volte all’interazione tra uomo e animale in campo medico e psicologico. Negli ultimi anni, in Italia, il termine è stato sostituito con “Intervento assistito con gli animali” e si suddivide in varie micro-categorie a seconda dell’approccio. Infatti la Pet Therapy può essere applicata per migliorare la convalescenza dei malati in ospedale, aiutare quotidianamente le persone affette da disabilità ad avere una condizione di vita migliore, ma anche come gioco nelle scuole per favorire lo sviluppo dell’autostima dei bambini e la loro socializzazione con l’ambiente circostante.
Quali sono i benefici?
I benefici sono molteplici e coinvolgono sia la sfera fisica che mentale. Recenti studi hanno riscontrato nei pazienti una forte riduzione della pressione arteriosa e un aumento delle difese immunitarie. Il legame con l’animale, genera una gran quantità di ossitocina nell’individuo, che prova una sensazione di felicità e benessere. Per quanto riguarda i bambini, in particolare, l’animale ha una grande valenza emotiva: accarezzarlo e coccolarlo provoca un piacevole contatto fisico e stimola la creatività e la capacità di osservazione. Come se non bastasse, la Pet Therapy contrasta in maniera efficace la solitudine, lo stress e migliora il senso di responsabilità: il rapporto con un animale da compagnia implica infatti l’impegno a prendersene cura; aiuta a superare l’egocentrismo e a favorire il rispetto della natura e del mondo animale. Come terapia da affiancare alle cure tradizionali, è efficace in pazienti colpiti da disturbo dell’apprendimento o dell’attenzione, problematiche a livello psicomotorio, autismo e demenze senili.
Ci sono animali più indicati di altri?
Gli animali più idonei sono quelli comunemente definiti ‘’da compagnia’’ come: cani, gatti, asini e cavalli. Ogni animale deve essere certificato da un veterinario esperto in Pet Therapy, che ne conferma le capacità e i requisiti sanitari, comportamentali e attitudinali. Il conduttore, ossia colui che lo ha addestrato, sarà presente in tutte le sedute di terapia per poter permettere la buona riuscita del trattamento.
Cane o Gatto?
Pur essendo entrambi molto utilizzati nella Pet Therapy, cane e gatto hanno caratteristiche completamente differenti. Solitamente i cani vengono affiancati a pazienti affetti dal morbo di Alzheimer o da persone con difficoltà di apprendimento, proprio perché la loro predisposizione a essere coccolati riduce l’ansia e diffonde calma e sicurezza. Tutto ciò dipende soprattutto dal carattere del cane, infatti è bene che quest’ultimo abbia tratti socievoli e calmi per poter essere sempre disponibile alle cure che il paziente gli offrirà. Il gatto, invece, è uno degli animali che più si presta a instaurare una relazione emotiva con il paziente: le fusa agiscono sul sistema nervoso, andando a rilassare i muscoli in tensione; è un animale che ama molto il gioco, per questo riesce a divertire e tirare su di morale il paziente. Viene normalmente accolto negli ospedali o nei centri per anziani.
E gli Asini e i Cavalli?
Entrambi, offrono un trattamento completo al paziente. L’asino, grazie al suo modo di essere, ossia calmo e rassicurante, riesce ad offrire beneficio ai ragazzi autistici, alle persone che soffrono di depressione e anche a coloro che soffrono di deficit cognitivi. Cavalcare, impegna numerosi gruppi muscolari, ma anche un enorme parte emotiva del paziente che si sente rassicurato e in pace con il mondo circostante. Il cavallo, invece, è maggiormente indicato per pazienti portatori di handicap, persone affette da sindrome di Down o da disturbi psicologici.
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